Sono qui in una terra straniera, diversa dalla mia per le stagioni: caldo d’estate, freddo d’inverno, fiorito a primavera e bagnato d’autunno. La mia pelle ha un colore diverso dalla loro; io sono nero.

Chi sono oggi gli immigrati? Cosa rappresentano per noi? Che posto dobbiamo dar loro in questa società?

Per rispondere mi sono procurato una lista:

Elenco materiali mancanti

Profugo N° 2: cintura, un paio di scarpe numero 42,Profugo N° 37: zaino, cintura, scarpe numero 40, Profugo: N° 24: zaino, un pantalone di jeans, Profugo N° 45: zaino, filo da cucire.E così via.

Questa è la condizione dello straniero in questo paese.

Ha perso il suo nome che gli ha dato la sua famiglia, adesso è un numero in Italia. Il figlio non vuole andare a scuola perché i compagni lo chiamano negro; i lavoratori non mangiano alla stessa mensa perché loro usano troppe spezie, puzzano anche; il ragazzo non è visto bene perché frequenta la figlia italiana; la donna incinta, la sanità non la prende con serietà perché non parla bene italiano; cerco lavoro, risposta del datore di lavoro: “non c’è posto”, poi rientra in fabbrica e dice: “ io, i rumeni non li voglio!” Affittasi appartamento. Il proprietario dice: “non voglio stranieri, non è perché sono razzista, loro pagano bene, pero sporcano troppo!” Nei quartieri. “vogliamo più sicurezza, perché da queste parti girano troppi stranieri. E non siamo razzisti!” In politica: “quello straniero parla bene, è bravo, prendiamolo, così facciamo bella figura di solidarietà”; il sindaco chiede poteri speciali al Ministero perché hanno fatto casino in discoteca ieri notte, hanno preso una denuncia, non c’è tempo per la giustizia, se sei innocente o no, io ti mando a casa. Questa è la nostra vita e siamo noi stranieri faccio parte della questa Italia multietnica.